giovedì 14 marzo 2024

20 anni di blog

 


Esattamente nel marzo 2004 aprivo il mio primo blog. Sono passati vent’anni. A quei tempi si cominciava appena a parlarne e io ne venni a conoscenza durante un corso di aggiornamento scolastico. Una certa Maria Teresa Bianchi, docente di matematica presso un liceo di Gubbio, aveva creato il suo primo blog didattico, seguita a ruota da altre docenti di ogni ordine di scuola: superiori, medie ed elementari. Invitava altri insegnanti a collaborare con le loro classi al fine di ottenere uno scambio nazionale tra scuole.

Io non sapevo nulla del mondo blog e pensai di crearne prima uno per me, in modo da sperimentare le sue potenzialità e capirne le modalità di pubblicazione. A quei tempi andava forte la piattaforma Splinder e scelsi quella. Non avevo idea di cosa scrivere, allora pensai ad un fatto accaduto a mio padre, che aveva ritrovato, dopo cinquant’anni, un suo grande amico in Venezuela. Era “La storia di Gino e Pino” che potete ritrovare qui, tra le mie storie più belle.  Pensate che, anni dopo, interessò addirittura RAI 1, che mi propose di andare a raccontarla a Domenica in. Era necessario però che venisse con me l’altro protagonista della storia, il venezuelano che aveva più di novant’anni e non era più in salute, così, alla fine, non se ne fece nulla. In compenso, Gramellini la pubblicò sulla Stampa nella sua rubrica “Cuori allo specchio”.

Diedi successivamente vita a diversi blog con le mie classi, con l’intento di far scrivere ai ragazzi dei post che potessero interessare i loro coetanei e con la speranza che potessero interagire fra loro con i commenti. Forse, se fossi stata un’insegnante di lettere, avrei potuto ottenere qualcosa in più, ma ero soltanto una docente di musica e i ragazzi cominciarono a pubblicare semplicemente i video dei loro cantanti preferiti, senza scrivere nemmeno una riga. Probabilmente, l’idea di scrivere era collegata al fatto di dover svolgere un ulteriore compito, e di quelli ne avevano già tanti. Quando mi lamentai con una docente di lettere, mi rispose che pretendevo troppo, perché i ragazzi della Scuola Media non sono ancora in grado di interagire tra loro con commenti costruttivi, soprattutto in forma scritta. I genitori non aiutavano, perché vedevano il tempo speso al pc come tempo sprecato, che avrebbe potuto essere utilizzato meglio sui libri di studio.  C’era poi chi lamentava difficoltà di connessione. Molti avevano il pc, ma non era collegato ad Internet. Insomma, fu decisamente un flop. I tempi, 20 anni fa, non erano ancora maturi per simili esperimenti.

Così continuai per conto mio, raccontando momenti della mia esistenza e conoscendo molte persone interessanti. Uscivo dalla mia provincialità e dal mio lavoro di insegnante per comunicare con blogger  provenienti da tutta Italia e dalle più svariate attività e situazioni di vita. Mi confrontavo con persone dalle idee molto diverse dalle mie e mi aprivo a situazioni ed argomenti e nuovi, che mi facevano riflettere e vedere altri orizzonti.  

Nacquero molte amicizie ed alcune le conobbi anche nel mondo reale, non notando alcuna differenza con quel che avevo vissuto con loro nel mondo virtuale. Splinder poi chiuse e mi trasferii qui, dove mi vedete tutt’ora. Sono rimasta comunque in contatto con molte persone, utilizzando soprattutto Facebook, mail e whatsapp. Alcune sono decedute, purtroppo, e ancora le ricordo e mi mancano.

Il blog di Splinder, prima che sparisse del tutto, lo copiai con un programma apposito. Impiegai un giorno e una notte per salvarlo tutto, ma lo recuperai e ancora lo conservo. Un giorno o l’altro lo rileggerò e sono sicura che ritroverò tanti momenti di vita a cui non ho mai più pensato.

Ora, dopo tanto tempo, non sono più un’assidua scrittrice. La mia vita non è più attiva come una volta e mi mancano tanti spunti di ispirazione, ma sono ancora qui.  E ci siete voi, che ancora mi aprite nuove finestre sul mondo con i vostri post ed i vostri commenti.

Grazie a tutti e…Buon Compleanno al mio semplice blog!

sabato 2 marzo 2024

Il trombone a coulisse

Viviamo in tempi difficili. Alluvioni, femminicidi, guerre, minacce di armi nucleari...senza contare i mille problemi quotidiani che ci affliggono e stressano. Abbiamo tutti bisogno di sorrisi ed un po' di leggerezza. Quando insegnavo mi capitavano spesso fatti buffi, che sul momento potevano preoccuparmi o imbarazzarmi, ma a ripensarci mi facevano proprio sorridere e anche adesso mi mancano.   Ne voglio ricordare uno con voi, sperando di alleggerire anche un po' la vostra giornata. 


Lezione di ascolto in seconda E.

“Ragazzi, la volta scorsa abbiamo parlato dei legni ed ascoltato i suoni prodotti dai relativi strumenti, oggi invece tratteremo gli ottoni e più precisamente: tromba, corno, tuba, trombone…

La tromba bla, bla….”

 Arriviamo al trombone. 
Nella versione moderna è comunemente noto come trombone a tiro o trombone a coulisse…”

Qui cominciano i risolini.

K. il classico Pierino della classe, sette in condotta, non riesce a trattenersi:

“Ha detto proprio “Cul….”

Giù un altro risolino. Diciamo pure una bella risata.

“Fanciullo caro, so dove vuoi andare a parare, ma non c’entra affatto! Si tratta di una parola francese che si scrive C-O-U-L-I-S-S-E! Insomma, in parole semplici, si tratta di un tubo che entra dentro un altro modificandone così la lunghezza in modo da ottenere suoni di diversa altezza”.

 “Entra dentro? Va avanti e indietro? Su e giù? “

E. si sbellica dalle risa, i maschietti gli vanno dietro e le fanciulle li osservano apparentemente imperturbabili.

“Oh insomma! Siamo seri! Guardate l’illustrazione, si vede bene come il suonatore azioni la coulisse per ottenere i suoni!”



“Eh prof, proprio ieri abbiamo avuto Educazione sessuale e anche lì si parlava di...”

 Per fortuna suona il campanello dell’intervallo. In corridoio mi si avvicina A. la classica studiosa, seria, esatto opposto di K. Una vera donnina giudiziosa.

Alzando braccia e occhi al cielo esclama: “Maschi! Di qualsiasi cosa si parli, riescono sempre a trovare un collegamento con “quello”. Pensano solo a quello! Porti pazienza prof, non c’è rimedio a questa situazione. Non c’è speranza!”

Poi, con fare confidenziale: “Lei è sposata?”

“Sì, lo sono”

“E…anche suo marito pensa sempre e solamente a… “quello”?

“No, ha molti interessi…”

“ Ah, meno male! Che almeno ci sia ancora qualcuno che si salvi…”

E, sempre con gli occhi al cielo e l’aria sconsolata, si avvia verso i compagni. Mi sa che non sia troppo convinta.

 Rimango per un attimo senza parole. In quel momento mi piomba addosso un ragazzino che sta inseguendo una pallina. Una botta sul seno da stare senza fiato. E’ tanto se riesco a reggermi in piedi.

“Scusi prof, non l’avevo vista, mi è scappata la pallina!”

“Va bene, va bene, ma la prossima volta cerca di non attentare più alla mia vita!”

 Già…oltre a “quello” i maschietti adorano anche la palla…Dovrò ricordarmi di farlo presente ad A….

Rido e, un po’ dolorante, mi incammino verso la prima A. L’intervallo è finito. Si ricomincia.

  

giovedì 29 febbraio 2024

Omonimie moderne

 Oggi, al Telegiornale, ho sentito una ben strana notizia: “Anita e Giuseppe Garibaldi stanno avendo un periodo d’incomprensioni. Forse si lasceranno”.

Anita e Garibaldi? Sono per caso resuscitati? Ho inteso male?
Invece ho poi scoperto che si tratti di due protagonisti del Grande Fratello.
Le studiano proprio tutte! Per caso viene scelto un tipo che si chiama Giuseppe Garibaldi, sempre per caso viene inserita nel programma una certa Anita e, guarda caso, proprio loro due si innamorano!

Per curiosità, cerco con Google digitando i due nomi e pensando di trovare, per prima, la coppia “originale”, invece trovo subito ben dieci video e tre ricerche correlate ai due abitanti della “casa”.

I tempi sono proprio cambiati, e pure i personaggi della Storia!