venerdì 18 agosto 2017

Follie e drammi dei nostri tempi



Veicoli killer che piombano sulla folla, boxeur che picchiano a morte nelle discoteche, uomini e donne che uccidono i propri figli per fare un dispetto al partner, fratelli che tagliano le sorelle a pezzi e le gettano nel cassonetto, automobilisti che uccidono per il minimo diverbio sulla strada, ragazzi che muoiono per provare una pasticca…
 
Immagine tratta dal web

Ogni giorno si sentono le notizie più terribili, unite a quelle di morti per incidenti, malattie incurabili, terremoti, alluvioni, case e ponti che crollano, ragazzini che si suicidano a causa del cyberbullisimo, sacerdoti pedofili, torturatori, nuova schiavitù … C’è veramente tutto quel che sia possibile immaginare e anche l’inimmaginabile.

Immagine tratta dal web

Spesso c’è chi mi dice che era già così una volta, “ma non si sapeva”. Può darsi, ci sono sempre stati i buoni e i cattivi, ma  sicuramente non c’era una varietà così ampia di drammi come possiamo conoscere oggi, senza contare che, alcuni pericoli come quelli legati al web, non esistevano ancora.


Cosa si può fare per arginare tutto questo? Come possiamo ancora passeggiare tranquillamente in una delle più belle strade della Spagna, della Francia o di una qualsiasi altra nazione, senza temere che un veicolo impazzito ci venga addosso? Come possiamo stare tranquilli quando sappiamo che i nostri giovani si trovano in una discoteca o in un qualsiasi locale pubblico frequentato da persone che possono essere in preda all’alcol e alla droga o, peggio, muniti di cintura con l’esplosivo?


Sinceramente non lo so. Negli anni ho cercato di sensibilizzare mio figlio,  gli alunni, i ragazzi con cui sono venuta in contatto, mettendoli in guardia contro i pericoli della società e del mondo, insegnando loro a rispettare il prossimo e le diversità, guidandoli ad apprezzare la vita e i valori sani, ma poi non posso fare altro che sperare che sappiano tenersi fuori dai guai e non incontrino persone pericolose sul loro cammino. 


A fermare la criminalità, i fanatismi, la follia, ci dovrebbero pensare le forze dell’ordine, le Intelligence, le leggi, ma sembra proprio che, almeno per ora, i risultati siano piuttosto scarsi. D’altra parte, come prevedere l’imprevedibilità dei gesti umani? Come prevedere che un autista non manterrà il suo veicolo sulla corsia di marcia, ma lo lancerà improvvisamente sul marciapiede addosso ai pedoni?


Eppure dobbiamo continuare a vivere. Non possiamo chiuderci sotto una campana di vetro. Dobbiamo rischiare. Dobbiamo camminare sulla strada, trovarci in un locale con gli amici, usare la macchina o la moto per andare al lavoro o in vacanza.  Una certezza c’è: quella di vivere nella preoccupazione, nella tensione, nell’impossibilità di sentirci felici, perché c’è troppo dolore intorno a noi e non possiamo non tenerne conto.


Io non ci riesco. Mi immedesimo in quelle madri, mogli, sorelle, figlie, che piangono la morte dei loro cari per motivi assurdi. Penso ai genitori di Niccolò Ciatti,  che prevedevano di comprare una casa per il figlio e invece gli hanno acquistato la bara, e mi chiedo perché succedano fatti come questi. Penso che, nemmeno un mese fa, c’ero anch’io sulle Ramblas a Barcellona…

Penso … ma i miei perché, anche stavolta, non avranno risposta.