giovedì 22 febbraio 2018

Mai fermarsi davanti ad un cannone o dietro ad un cavallo!

I miei nonni, fin dalla sua inaugurazione nel 1911, gestivano un poligono di tiro demaniale. Durante la settimana i militari di leva venivano ad esercitarsi a sparare. La domenica, invece, venivano gli ufficiali e la gente del posto a far festa, perché mia nonna era un’ottima cuoca e preparava gustosi spuntini che accompagnava ad un buon bicchiere di vino conservato nella fresca cantina sotterranea. Per gli astemi non mancava mai un buon sciroppo al profumo di viola. C’era anche un grammofono e si ballava. A volte qualcuno portava un violino e la festa diventava ancora più bella. Mia madre e le sue sorelle, i miei cugini ed io stessa abbiamo uno splendido ricordo di quei tempi. Io ero molto piccola, non andavo ancora a scuola, ma penso ancora oggi che gli anni trascorsi al tiro a segno siano stati i più felici della mia vita.





Quando mia madre era una bambina vedeva spesso arrivare degli ufficiali a cavallo. La intimorivano un po’ quelle splendide creature, così fiere e maestose, ma un ufficiale l’aveva presa in simpatia e la issava ogni volta in sella al suo cavallo di nome Scirocco. Mia madre non si sentiva affatto sicura nel trovarsi in groppa a quel magnifico, ma enorme animale e, il più delle volte, quando vedeva arrivare quell'ufficiale correva a nascondersi.



Un giorno l’uomo legò il suo cavallo ad un paletto del cortile, in modo da potersi recare tranquillamente a tavola per gustare i manicaretti di mia nonna. Al termine, si avvicinò al suo Scirocco, che gli voltava le spalle, e gli diede un’amichevole pacca sul sedere.

Si dice che ci siano due posizioni da non tenere mai: davanti alla bocca di un cannone e dietro alle gambe di un cavallo. Quell’ufficiale probabilmente si era dimenticato di quell’importante regola di vita. Il suo cavallo, spaventato dal tocco inaspettato, d’istinto scalciò e uccise sul colpo l’amato cavaliere che non aveva riconosciuto.


Mia madre, sconvolta,  vide tutta la scena. Da quel giorno la sua paura si trasformò in puro terrore e non ci fu mai più verso di farla avvicinare ad un cavallo

Questo post fa parte di un gioco di scrittura tra blogger, su parole scelte a turno dai partecipanti ( evidenziate in grassetto), organizzato su VerbaLudica. 

giovedì 8 febbraio 2018

Conosciamoci....


Visito il blog del mio amico Julian Vlad e trovo l’invito a  partecipare ad un gioco. Si tratta di rispondere ad una serie di domande e di proporne altre. 
A dire il vero ho già faticato non poco per rispondere a queste, figuriamoci pensare ad altre domande!
Io non amo i giochi, ma ultimamente deve essere successo qualcosa nella mia testa, perché riesco a partecipare persino a giochi di scrittura creativa su parole chiave, come si può vedere dal post del 20 gennaio.

Insomma, bando alle ciance e via con le risposte!

Undici domande per coloro che vorranno rispondere
1. Si dice che nella vita si possa cambiare, anche più volte, qualunque cosa – opinione, sponda politica, religione, anima gemella, perfino il sesso – tranne la squadra del cuore. Oppure?

Vorrei cambiare il carattere. Mi servirebbe essere meno sensibile, perché troppe situazioni mi fanno soffrire e stare male persino fisicamente e vorrei essere più decisa nel mandare a stendere le persone che lo meritano.

2.Donald Trump o Beppe Grillo: chi buttereste giù dalla torre?

E’ possibile buttarli entrambi? ;)

3. Per favore non mordermi sul collo. Dove, allora?

Non mordermi proprio!

4. Monet o Picasso?

     Monet

5. Un classico: se steste per fare naufragio su un’isola deserta e poteste salvare solo tre libri fra tutti quelli contenuti nel vostro baule, quali scegliereste?

Sono molto indecisa. Non ho mai buttato libri. Forse terrei Il Conte di Montecristo, Via col vento, Il piccolo principe. Li ho letti da ragazzina e non li ho mai dimenticati.

6. Prendereste parte a una missione di colonizzazione su Marte?

     Sicuramente no!M’impressiona la solitudine dello       spazio.

7. Se fosse possibile acquisire un superpotere reale fra quelli esistenti nel regno animale, quale/i scegliereste fra: volo, mimetizzazione, piedi prensili, respirazione subacquea, olfatto potenziato, amortalità (potenziale immortalità senza però essere immuni a incidenti o malattie)?

     Ho sempre desiderato saper volare. Qualche volta      l’ho anche sognato ed ho scoperto sensazioni             bellissime.


8. Volendo esprimere con un solo colore il luogo in cui vivete, quale sarebbe? Sono ammesse due risposte, una per l’interno e una per l’esterno.

  Esterno verde, interno arancione. Fuori: piante,       prati e fiori. Dentro:  colori caldi e accoglienti.

9. Avremo sempre Parigi. Oppure? Qual è la città che potrebbe bastarvi per sempre? Anche Parigi è ammessa come risposta, sarebbe un peccato escluderla.

Roma. Ma non la vedo da un po’ e quel che si sente dire della situazione odierna non è molto incoraggiante.

10. Pitagora considerava il dieci il numero perfetto, che racchiude in sé i princìpi dell’origine dell’universo. Chi è il vostro numero dieci? Non dev’essere per forza uno sportivo.

Il mio numero dieci è sempre stato mio padre. Lui era una persona saggia e protettiva e mi faceva sentire al sicuro.

11. Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo un’unica volta per cambiare una sola delle scelte che avete compiuto, lo fareste?


Se potessi tornare indietro insegnerei di meno agli altri e studierei di più per me stessa. Ho iniziato a quindici anni ad impartire lezioni di pianoforte e a 18 ad effettuare supplenze nelle scuole. Avrei potuto usare lo stesso tempo per iscrivermi ad un altro corso ed imparare un nuovo strumento, per esempio, o avrei potuto approfondire degli studi che portassero arricchimento a me, invece cominciare così presto a trasmettere tutto ciò che sapevo agli altri. Il poco denaro guadagnato non c’è più, la cultura appresa sarebbe rimasta.